Storia

Le origini dell’ordine

La storia dell’Ordine di San Lazzaro deve iniziare con una breve occhiata al lebbrosario da cui è sorto. Le origini del lebbrosario di Gerusalemme sono controverse ed ambigue.

Secondo l’antica tradizione, il luogo di nascita dell’Ordine di San Lazzaro era un lebbrosario costruito fuori dalle mura di Gerusalemme da Giovanni Ircano I, il Re di Giuda e sommo sacerdote che dominò il popolo ebraico tra gli anni 135 e 105 a.C..

Lettere patenti rilasciate nel 1343 dal Duca di Normandia, (poi Re di Francia sotto il nome di Giovanni II “il Buono”) testimoniano la tradizione che la Confraternita fu fondata nel 72 d.C..

Elia Eudossia, moglie di Arcadio (383-408), Imperatore di Bisanzio, era nota per aver istituito un lebbrosario a Gerusalemme, però, questo particolare ospedale non può essere concretamente legato al periodo delle crociate.

Comunque la maggior parte degli storici concorda con l’affermazione di Papa Paolo V (1552-1621), nella sua bolla “Inter Assiduas”, dove dichiara che l’Ordine esisteva nel 369 d.C., durante il pontificato di San Damaso I, quando San Basilio Magno era Arcivescovo di Cesarea.

E’ questo Santo Arcivescovo che è considerato il padre leggendario dell’Ordine, in virtù della sua fondazione di un grande ospedale per i lebbrosi nei pressi di Cesarea.

Il documento più vecchio che cita la presenza di una Comunità di monaci armeni che si occupava dei lebbrosi, fuori le mura di Gerusalemme, è il “Commemoratorium de Casis Dei” (un censimento dei monasteri di Terra Santa fatto fare da Carlo Magno nell’808).

Questa Comunità era disciplinata dalla regola di San Basilio e posta sotto la protezione di San Lazzaro, e citata nel XII secolo nel “Domus leprosorum itinera hierosolomytana descriptionis terræ sanctæ” (descrizione della casa dei lebbrosi in Terra Santa lungo la strada per Gerusalemme).

Comunque è certo che l’ospedale esisteva sotto la protezione dei patriarchi greci di Gerusalemme fino al 1054, mentre dal 1098 fino al 1187 fu sotto l’autorità dei patriarchi latini. Qui venivano curati e protetti i pellegrini che si recavano ai Luoghi Santi, ma gli sforzi erano specialmente indirizzati al servizio e per la cura dei lebbrosi.

Al tempo della prima crociata, si presentava come uno dei tre ospedali della città. Collettivamente questi ospedali, Santa Maria Latina, San Giovanni Elemosiniere e San Lazzaro erano noti come l’Ospedale di Gerusalemme.

Storici contemporanei del tempo delle crociate, collocano il lebbrosario fuori dalle mura della città, vicino all’angolo nord-occidentale della città, tra la Torre di Tancredi e la Porta di Santo Stefano e vicino alla casa che la leggenda diceva essere stata di San Lazzaro, che si credeva essere il sito dell’antico ospedale fondato da Giovanni Ircano I.

La nascita dell’ordine

La Prima Crociata, culminata con la conquista di Gerusalemme nel 1099, portò alla fondazione di nuovi Ordini militari nell’ Oriente latino. Questi Ordini erano composti da membri che vivevano secondo regole che somigliavano ai vigenti regolamenti monastici. La caratteristica distintiva di questi ordini era che questo modo di vivere religioso era combinato con la lotta. Questi Ordini avevano anche molti diritti di esenzione e spesso perseguivano la propria politica, diventando uno Stato nello Stato.

I Cavalieri Templari, gli Ordini di San Giovanni e Teutonico sono tutti esempi di Ordini militari nati nell’Oriente latino. Tuttavia nessuno di questi Ordini aveva concepito di formare un’organizzazione militare che permetteva ai lebbrosi di unirsi e combattere.

L’Ordine di San Lazzaro fu fondato per accogliere coloro ai quali era stata diagnosticata la lebbra negli stati crociati. I Templari ed i Cavalieri degli Ordini di San Giovanni e del Santo Sepolcro stabilirono nelle proprie regole che un membro lebbroso non poteva rimanere nel loro Ordine.

Per questo, dopo l’entrata vittoriosa a Gerusalemme dei Crociati di Goffredo di Buglione nel 1099, i Cavalieri ai quali era stata diagnosticata la lebbra entravano volontariamente nell’ Ordine di San Lazzaro. Ma all’Ordine si univano anche uomini sani, che servivano al fianco dei Cavalieri lebbrosi, oltre a chi soffriva di altre simili terribili malattie.

Poiché nella maggior parte dei pazienti la malattia progrediva molto lentamente e perché gli ospedali necessitavano di una protezione contro gli infedeli ed i predoni, era inevitabile che i Cavalieri lebbrosi, ricoverati nell’Ospedale San Lazzaro, convertissero quest’Ordine Monastico esclusivamente Ospitaliero, in una milizia di Cavalieri. Per questo motivo l’anno 1099 è considerato come la data di nascita ufficiale dell’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme come un ordine Cavalleresco Militare ed Ospitaliero.

L’attività in terra Santa

L’Ordine di San Lazzaro era tenuto in grande considerazione dai Re cristiani di Gerusalemme. Nel luglio del 1174 si registrò un avvenimento che in qualche modo ebbe a rafforzare la potenza dell’Ordine di San Lazzaro nella sua sede principale: la salita al trono di Gerusalemme del Re Baldovino IV, un giovane ammalato di lebbra. I Lazzariti furono indispensabili per la cura del giovane e si guadagnarono la sua fiducia e quella dei suoi familiari: tutto ciò logicamente si trasformò in beneficio per l’Ordine.

La vita di Baldovino IV durò nella serena accettazione dell’infermità con ammirabile valore. Durante il suo regno l’Ordine di San Lazzaro conobbe giorni di gloria e di pericolo, avendo avuto dalla sorte un ruolo di spicco nel conflitto che, nel 1183, darà la vittoria ai Cristiani sul feroce Saladino.

L’ospedale ebbe vasta gamma di benefattori, anche mecenati nobili e regali, questi sostenitori includevano i Re Folco, Baldovino III e Amalrico I. Durante il regno della regina Melisanda, a Betania, l’Ordine aveva un proprio monastero ed una chiesa. Entro l’anno 1155 sorsero case religiose a Tiberiade, Ashkelon, e Beirut.

Dopo il 1185, cominciarono per l’Ordine di S. Lazzaro le prime disgrazie, in cui vennero coinvolti tutti gli Ordini Militari. Nel 1187, approfittando del clima di discordia civile che la successione del Re di Gerusalemme Baldovino V, senza figli, aveva creato, il Saladino aprì nuovamente le ostilità al suo successore Guido di Lusignano, conquistando la Citta Santa.

Così famoso fu l’Ordine e la sua opera di misericordia che dopo la caduta di Gerusalemme nel 1187, il Sultano Saladino il Grande prese l’ospedale dell’Ordine sotto la sua protezione personale. Il conquistatore musulmano autorizzò i poveri della città che non potevano pagare il riscatto, a lasciare le mura di Gerusalemme e rifugiarsi presso l’Ospedale dell’Ordine.

Nel 1191, durante la pace tra i Crociati e Saladino, l’Ordine si affermò presso la città costiera di San Giovanni d’Acri. In questa posizione, l’Ordine si assicurò i diritti sovrani su una porzione di città al di fuori delle sue mura. I suoi membri costruirono una fortezza-ospizio ed una chiesa intitolata la “Chiesa di San Lazzaro dei Cavalieri”. All’Ordine venne inoltre concessa la torre di San Lazzaro e la chiesa di San Lazzaro nei pressi di Cesarea. Il Papa e gli altri governanti temporali riconobbero all’Ordine di San Lazzaro un potere sovrano.

Federico II che, dopo il trattato di tregua con il Sultano al-Malik al-Kamil, era rientrato in Gerusalemme alla testa dei Cavalieri Teutonici, seguito da tutti i Cavalieri Cristiani, dopo essersi proclamato Re di Gerusalemme, non solo confermò nel 1229 al Gran Maestro dell’Ordine tutte le donazioni ed i privilegi ricevuti dal Re Amalrico, ma volle anche concedere rendite e signorie nel Regno di Napoli e di Sicilia, in Puglia ed in Calabria.

Nel XII secolo i Lazzariti adottarono la regola di Sant’Agostino, mentre non si sa quale Regola abbia seguito prima di tale data. In questa veste definitiva venne confermato come ordine religioso militare e ospedaliero con la bolla papale dell’11 aprile 1255 di Alessandro IV.

Essi si dividevano in tre classi differenti: la prima era quella dei “Cavalieri”, che combattevano in guerra; la seconda era quella dei “Frati Serventi”, che avevano cura degli ammalati e dei pellegrini; la terza era quella dei “Frati Ecclesiastici” e dei “Cappellani”, che amministravano i sacramenti ed avevano cura delle funzioni religiose.

I loro abiti erano neri e assomigliavano a quelli Dell’Ordine San Giovanni; probabilmente, quando il secondo Gran Maestro di San Giovanni Raymond du Puy, una volta ammalatosi di lebbra, entrò nell’Ordine di San Lazzaro e ne divenne il Gran Maestro, fece adottare una semplice croce verde di panno cucita sul petto delle vesta nere o indossata sulla spalla sinistra del mantello.


la Croce dell’Ordine

Il colore verde della croce è interpretato in modo diverso: mentre alcuni autori lo hanno inteso questo come una sfida ai nemici musulmani (il verde è il colore tradizionale del Profeta Maometto), al contrario altre fonti imputano a questa scelta del colore verde, come segno di rispetto e di gratitudine alla generosità di Saladino che aveva concesso all’Ordine grandi favori. D’altra parte, il verde era anche il colore tradizionale degli ospedali.

Dopo il 1291 San Giovanni d’Acri fu conquistata dai musulmani, e tutti gli Ordini crociati dovettero lasciare la Palestina. I Cavalieri di San Lazzaro, inizialmente si spostarono a Cipro, ma in seguito si trasferirono in Sicilia, dove costruirono nuovi ospedali.

L’attività Militare

Tanta era la fama militare dei Cavalieri Lebbrosi che vennero incaricati della difesa di alcuni castelli. Ma ovunque vi era la lotta tra cristiani e infedeli, i Cavalieri dell’Ordine si mobilitavano per il sostegno della Santa Croce. Essi si consideravano dei “morti viventi” e la morte finale nella difesa della fede non li spaventava.

L’Ordine di San Lazzaro rimase soprattutto un Ordine Ospedaliero, ma prese parte a diverse battaglie, anche se con scarsa frequenza e con poco successo.

Non si sa esattamente quando l’Ordine iniziò un’attività militare. Anche se si ipotizza che un piccolo distaccamento di Cavalieri possa essere stato presente alla battaglia di Hattin nel 1187, le prime prove concrete di attività militare possono essere trovate nel 1244, quando, con il rinnovo della guerra tra cristiani e musulmani, l’Ordine guadagnò nuovi allori, ma ad un triste prezzo.

Nell’ottobre del 1244, l’Ordine partecipò alla battaglia di Forbie-Gaza, in cui le forze del Regno di Gerusalemme, combatterono contro i Khorezmiani. La sconfitta in battaglia fu un disastro per i crociati e soprattutto per l’Ordine di San Lazzaro, dal momento che vi trovarono la morte tutti i Cavalieri dell’Ordine che parteciparono alla battaglia. Quei Cavalieri che non erano presenti a tale sfortunata battaglia, aderirono ai crociati che accompagnavano San Luigi IX di Francia nella sua crociata egiziana e presero parte nelle sue spedizioni contro la Siria nel corso degli anni 1250-1254. Durante la crociata di Luigi IX, i Cavalieri dell’Ordine erano presenti alla battaglia di al-Mansura nel 1250, durante la quale il Re fu catturato dagli Egiziani.A San Giovanni d’Acri, la nuova capitale dal 1191, dopo che Gerusalemme era stata persa nel 1187, all’Ordine di San Lazzaro venne affidata la difesa di una torre e una sezione del muro.

La caduta di San Giovanni d’Acri

Nel 1291, quando la città si trovò sotto l’assedio dei Mamelucchi del Sultano al-Ashraf, una forza di 25 Cavalieri dell’Ordine di San Lazzaro partecipò alla difesa della città.

Il 18 maggio 1291 San Giovanni d’Acri, dopo un’eroica resistenza a cui parteciparono tutti i Cavalieri degli Ordini Gerosolimitani, cadde in mano ai Turchi.

Come risultato della caduta di Acri ci fu la fine degli Ordini Gerosolimitani in Terra Santa ed anche l’ospedale per i lebbrosi di Gerusalemme scomparve.

La Battaglia di Forbie-gaza

La Battaglia di Forbie ebbe luogo tra il 17 ed il 18 ottobre 1244, nei pressi del villaggio di Forbie a nord-est di Gaza. Nel giugno 1244 diecimila cavalieri Khwarizmiani invasero il territorio di Damasco, la Galilea e Tiberiade e l’11 luglio si presentarono sotto le mura di Gerusalemme. Per più di un mese i Crociati resistettero eroicamente, poi il 23 agosto capitolarono. La Città Santa fu saccheggiata e la Chiesa del Santo Sepolcro fu profanata e data alle fiamme. Di tutta la popolazione scamparono a questo massacro solo in 300. Dopo tale scempio i Turchi ripartirono e si unirono all’esercito Egiziano del sultano Ayyub comandata dal giovane emiro Baybars.

Il 17 ottobre 1244 sulla pianura di la Forbie (Herbiya) i turchi e gli egiziani si affrontarono con gli eserciti congiunti di Damasco e di Acri. L’esercito di Damasco guidato da Al-Mansur Ibrahim, emiro di Homs, comprendeva circa 2000 cavalieri beduini oltre ad un distaccamento di truppe.

L’esercito di Acri comprendeva 600 cavalieri crociati e 6000 fanti al comando di Filippo di Montfort e Walter IV di Brienne, conte di Giaffa e di Ascalona; vi erano inoltre 600 Cavalieri fra Templari e Ospitalieri guidati da Armand de Perigord, Gran Maestro dei Templari e da Guillaume de Chateauneuf, Gran Maestro degli Ospitalieri, vi eran anche numerosi Cavalieri Teutonici e Cavalieri di San Lazzaro.

Nonostante la presenza di Filippo di Montfort, il Comando in Capo venne affidato a Walter di Brienne. L’esercito turco-egiziano, comandato dal giovane emiro Baybars, futuro sultano d’Egitto, era in numero leggermente inferiore. Walter de Brienne voleva attaccare mentre sia Armand de Perigord che Al-Mansur Ibrahim ritenevano più prudente aspettare. Prevalse la prima ipotesi: Walter de Brienne non era disposto ad attendere gli Egiziani, visto che aveva forze superiori.

La battaglia ebbe inizio la mattina del 17 ottobre con i cavalieri cristiani più volte alla carica degli egiziani. Nonostante questi tentativi, che avevano lo scopo di rompere il loro ranghi, gli Egiziani mantennero la loro posizione.

La mattina del 18 ottobre Baybars lanciò la sua cavalleria Khorezmiena contro il fianco nemico. Il centro delle truppe alleate venne subito spezzato e i Khorezmieni attaccarono la sinistra, formata dai cavalieri beduini di Al-Mansur Ibrahim: solo 280 beduini sopravvissero al massacro. Minacciati dagli egiziani al centro e dai Khorezmieni dal loro lato, i cristiani furono sopraffati e nel giro di qualche ora l’esercito latino-damasceno fu annientato.

Alla sera sul terreno giacevano 5000 morti tra cui un numero imprecisato di Cavalieri Templari, Ospitalieri e Teutonici. 800 crociati vennero presi prigionieri: tra questi il conte di Giaffa e di Ascalona Walter de Brienne, il Gran Maestro dei Templari Armand de Perigord ed il Gran Maestro degli Ospitalieri Guillaume de Chateauneuf. Dopo questa battaglia gli Ordini monastici furono decimati: sopravvissero 33 Templari, 27 Ospitalieri e 3 Teutonici, mentre tutti i Cavalieri dell’Ordine di San Lazzaro furono decimati. All’indomani di questa ennesima disfatta il Regno Cristiano era sempre più in pericolo.

La battaglia di al-Mansura

I Cavalieri dell’Ordine di San Lazzaro si distinsero anche nella battaglia al-Mansura avvenuta dal 8 al 11 febbraio 1250, in occasione della Settima Crociata condotta dal re santo Luigi IX di Francia.

Nell’agosto del 1248 Luigi IX partì per la settima crociata. Disponeva di un esercito di circa 24.000 uomini composto da 3.000 cavalieri, 6.000 scudieri e sergenti a cavallo, 5.000 balestrieri e 10.000 fanti.

Il 4 giugno 1249 le galee misero l’ancora al largo di Damietta, sul delta del fiume Nilo. I cavalieri si avvicinarono alla riva con le scialuppe e immediatamente, mentre saltavano in acqua, subirono un primo assalto dai cavalieri egiziani, ma riuscirono a respingerli. Gli Egiziani attaccarono ancora a ondate successive, ma i cavalieri cristiani, finito di sbarcare, procedettero al contrattacco mettendo in fuga il nemico e prendendo possesso di Damietta.

Il sultano Ayyubide propose allora a Luigi IX di scambiare l’importante porto di Damietta con Gerusalemme (che per i musulmani, all’epoca, non aveva molta importanza e che gli Ayyubidi speravano di poter riconquistare in un futuro non troppo lontano).Ma la risposta di Luigi IX, forte della passata vittoria, fu di uno sdegnoso rifiuto.

Alla fine i crociati, ai quali ne frattempo si erano aggiunti gli anche i Templari, Gli Ospitalieri i Cavalieri Teutonici ed i Cavalieri di San LAzzaro, erano rimasti bloccati a Damietta e quindi volevano tentare una sortita massiccia per sopraffare gli egiziani ayyubidi di al-Sālih Ayyūb.

Pierre Mauclerc, duca di Bretagna, consigliò a Luigi IX di attaccare Alessandria, ma alla fine prevalse la soluzione di attaccare direttamente il Cairo, anche grazie al fatto che erano arrivati dei rinforzi dall’Europa sotto il comando di Alfonso III di Poitiers, fratello di Luigi IX.

Nel dicembre del 1249, quindi i crociati cominciarono la marcia verso il Cairo ma, arrivati in prossimità del Nilo, trovarono che lo stesso era pattugliato da una flottiglia di barche cariche di arcieri mamelucchi e sulla riva opposta erano allineate le truppe del reggimento mamelucco Bahriyya, allora capitanate da un ufficiale mamelucco, Baybars al-Bunduqdārī. I cristiani eressero uno sbarramento, ma alla fine rimasero bloccati per due mesi, senza riuscire ad andare oltre. Finalmente, la mattina del 8 febbraio 1250, i crociati riuscirono a guadare il fiume.

L’avanguardia crociata, comandata da Roberto I Conte di Artois, dal Gran Maestro dei Templari Guglielmo de Sonnac e dal conte di Salisbury Guglielmo di Longespèe dopo aver guadato il Nilo, senza attendere la maggior parte degli alleati, attraversò senza quasi opposizione nemica il campo dei mamelucchi che indietreggiarono sin dentro le mura della città di al-Mansūra. Roberto I voleva continuare l’avanzata senza aspettare il grosso dell’esercito anche se Guglielmo de Sonnac e Guglielmo di Longespèe consigliavano cautela. Alla fine prevalse l’idea di Roberto. I crociati partirono all’attacco verso al-Mansūra. Ma i Saraceni li stavano attendendo.

Una volta che i cristiani erano entrati nelle mura della città furono chiuse le porte. I crociati erano impossibilitati nel manovrare i cavalli per le strette strade della città e, mentre erano intrappolati, i mamelucchi, al comando di Baybars al-Bunduqdārī, li trucidarono uno per uno. Nello scontro che ne seguì molti Crociati furono uccisi, compreso il loro comandante Roberto I e Guglielmo di Longespèe. I Templari, gli Ospitalieri, i Cavalieri Teutonici ed i Cavalieri di San Lazzaro persero 280 confratelli, solo in due riuscirono a salvarsi tra cui il Gran Maestro dei Templari Guglielmo de Sonnac, gravemente ferito ad un occhio.

Nel frattempo il grosso dell’esercito crociato, al comando di Alfonso III di Poitiers, era riuscito a sbarcare. Il 9 febbraio i crociati attaccarono. In un primo momento ebbero la meglio i crociati ma la superiorità numerica dell’esercito mamelucco al comando di Baybars, il quale aveva ricevuto i rinforzi dall’Emiro ayyubide Fakhr al-Dīn ibn al-Shaykh, finì per essere decisivo.

Una nuova battaglia si svolse ancora l’11 febbraio. L’esercito crociato fu quasi distrutto, tenne solo il nucleo centrale. Gualtiero di Chatillon aveva eretto una difesa. Quando i saraceni giunsero per attaccarlo, scagliarono il “fuoco greco” contro la barriera.

Carlo I d’Angiò, fratello di Luigi IX, fu accerchiato, la sera i mamelucchi raggiunsero la decisiva vittoria; rientrarono ad Al-Mansura lasciando centinaia di morti sul campo. Una tremenda epidemia di tifo si diffuse tra i superstiti; da tempo i rifornimenti erano impediti da un blocco.

Il 5 aprile i crociati si ritirarono verso Damietta. Ma la cavalleria mamelucca li inseguì e li accerchiò. Anche se il Re era gravemente ammalato, tentò di portare indietro la colonna ma era oramai moribondo e l’esercito, credendolo morto, si arrese.

I malati furono subito uccisi e per una settimana, ogni sera, 300 prigionieri vennero decapitati. Il Re, catturato durante la ritirata, fu liberato il 6 maggio, solo dietro il pagamento dell’enorme somma di 800 mila bisanti d’oro, prestati dai cavalieri Templari. Alla fine di maggio tutti i Crociati di Francia, compreso il loro re, abbandonarono la Terra santa.

La caduta di San Giovanni d’Acri

Le schermaglie ripresero una decina d’anni dopo la battaglia di al-Mansūra. Dopo alterne vicende, le faide intestine e le divisioni interne ai ranghi cristiani, i conflitti tra i poteri ecclesiastici ed imperiali e l’anarchia che da questi fatti derivò, compromisero definitivamente la stabilità del regno latino d’oriente, portando ad una progressiva erosione dei territori conquistati da parte dei musulmani, erosione che culminò con l’assedio e la disperata, indomita difesa di San Giovanni d’Acri fino alla sua caduta, avvenuta il 18 maggio 1291.

In quell’occasione Templari, Ospitalieri, Cavalieri Teutonici e Cavalieri di San Lazzaro si ritrovarono un’ultima volta a combattere eroicamente fianco a fianco, difendendo strenuamente ogni metro della città contro l’invasore infedele e sacrificandosi in nome del voto di “difendere la fede cristiana contro tutti i nemici della Cristianità e della Chiesa”.

Furono più di 30.000 i cristiani che trovarono la morte nel corso dei combattimenti e del saccheggio che seguì alla caduta della città.

La caduta di Acri segnò la fine del dominio cristiano in Terra Santa e con questo la fine dell’illusione di poter creare un oriente cristiano. Nel 1291, in seguito alla perdita di Acri, i pochi superstiti dei vari Ordini militari, tra cui l’Ordine di San Lazzaro, ripiegarono su Cipro.

Il rientro in Europa

Oggi le testimonianze archeologiche della vita dell’Ordine in quelli che erano gli Stati crociati è quasi inesistente. A Gerusalemme una moschea copre il sito dove sorgeva il lebbrosario e a San Giovanni d’Acri quasi tutto è stato distrutto. La documentazione storica sul periodo delle crociate è solo abbozzata al meglio ma, nonostante tutto, una storia dell’Ordine di San Lazzaro è ancora percepibile quando si parla della lebbra nell’Oriente latino. In ogni caso è importante prendere atto che l’Ordine di San Lazzaro ha dato uno straordinario contributo alla storia come l’unico Ordine di Cavalieri lebbrosi che abbiano assolto a dei compiti militari degli Stati crociati.

Dopo la caduta di San Giovanni d’Acri nel 1291 l’Ordine di San Lazzaro fu costretto a tornare alle sue attività che si svolgevano in Europa. Lentamente l’Ordine si liberò dalle attività che riguardavano la malattia della lebbra e l’immagine dei Cavalieri devastati dalla lebbra scomparve.

Ancor prima che l’Ordine lasciasse la Terra Santa, alcuni fratelli si erano stabiliti in tutta l’Europa dive fondarono ospedali e case religiose. Le più famose erano le case a Boigny in Francia ed a Capua in Italia.

Dal tempo delle crociate, con la diffusione della lebbra, i lebbrosari divennero molto numerosi in tutta Europa, tanto che alla morte del Re Luigi IX il Santo ce n’erano 800 solo in Francia.

Tuttavia, queste case non formavano una congregazione; ogni casa era autonoma ed era sostenuta in larga misura dai loro lebbrosi, che erano tenuti, quando vi entravano, a portare con sé i propri beni e che alla loro morte, se non avevano figli, dovevano devolvere i loro beni all’istituzione.

La casa di Gerusalemme, tra tutti i luoghi santi del Medioevo, era di grande interesse generale, permettendo una crescita rapida e sostanziale dei beni e dei privilegi di ogni genere. Non solo fu favorita dai sovrani del regno latino, ma da tutti gli Stati d’Europa.

Luigi VII, al suo ritorno dalla seconda crociata, donò il castello di Broigny, vicino a Orléans. Questo esempio venne seguito da Enrico II d’Inghilterra e dall’imperatore Federico II. Questa fu l’origine delle commanderie militari i cui contributi, chiamati responsioni, fluivano a Gerusalemme, gonfiati dalle raccolte che l’ospedale era autorizzato a fare in Europa.

In Svizzera nel 1124 era stato costruito un convento a Seedorf. Nel 1130, durante il regno di Alessandro II di Scozia, era stata costruita una sede dell’Ordine a Linlithgrow. Nel 1135, sotto il Re di Inghilterra Enrico II il Plantageneto, a Burton Lazar era stata fondata da Roger de Mowbray, una sede religiosa. In Germania era stato fondato nel Gotha l’Ospedale di Santa Maddalena e c’era anche un’altra sede religiosa dell’Ordine in Ungheria.

Tutte queste case erano autonome ed erano guidate in gran parte dai pazienti lebbrosi che, con l’entrata nella casa, lasciavano in eredità alla casa stessa i loro beni terreni.

Nel 14° secolo in Europa, in particolare attraverso il lavoro dell’Ordine di San Lazzaro nei lebbrosari, la diffusione della lebbra era quasi scomparsa. Questo fu il momento in cui l’Ordine somigliava sempre più ad una organizzazione militare e non più ospedaliera. Come potenza militare, l’Ordine possedeva con una flottiglia di navi da guerra che agivano nel Mediterraneo per proteggere le importanti strade marittime dai pirati e corsari.

Nel 1498 Papa Innocenzo VIII e poi nel 1505 Papa Giulio II, tentarono di sciogliere l’Ordine di Lazzaro ed integrarlo nell’Ordine di San Giovanni. Dopo quasi mezzo secolo di resistenza passiva, l’Ordine di Lazzaro finalmente cedette e, dal 1557, passò sotto la guida del Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni.

Ma questo non accadde dappertutto: in effetti solo in Germania l’Ordine accettò di integrarsi nell’Ordine di San Giovanni, mentre in Inghilterra già dal 1554 l’Ordine era passato sotto la Chiesa Anglicana, mentre in Scozia l’Ordine era stato sciolto del tutto.

Questi disaccordi portarono a una scissione dell’Ordine di San Lazzaro in due priorati separati: il priorato di Capua, che comprendeva le case religiose siciliane, e il Priorato di Boigny che comprendeva le restanti case religiose europee.

L’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro

Con le Bolle del 16 settembre 1572 “Cristiani Populi” e “Pro Commissa Nobis” del il 13 novembre 1572, firmate entrambe da Papa Gregorio XIII, nacque l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Queste disponevano di ripristinare l’Ordine Militare Religioso di San Maurizio ponendolo sotto la Regola di San Benedetto della Congregazione Cistercense prima e di quella di Sant’Agostino poi e fondendolo “de jure” con l’Ordine di San Lazzaro.

In quella stessa occasione venne concessa la nuova insegna della Milizia, con l’utilizzo della croce verde, antico simbolo dei Cavalieri di San Lazzaro e della croce bianca dell’Ordine di San Maurizio.

Il Gran Magistero dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro venne affidato al Duca di Savoia Emanuele Filiberto, detto “Testa di Ferro”, trasmissibile ai suoi discendenti in perpetuo, con l’obbligo di mantenere in quei tempi due galee a difesa della Santa Sede e di versare un “donativo” annuo di 15 mila scudi.

L’Ordine di San Lazzaro e di Nostra Signora di Monte Carmelo

Nel 1608 il Priorato di Boigny si fuse con l’Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo dando così origine all’Ordine di San Lazzaro e di Nostra Signore di Monte Carmelo.

Fin dalle origini quest’ordine si dimostrò attivo in svariate spedizioni navali e, dal 1612 al 1667 i suoi vascelli parteciparono a diverse battaglie soprattutto contro i corsari inglesi.

Nel dicembre 1667 l’Ordine fondò a Parigi un’Accademia di Marina e due anni dopo Luigi XIV istituì cinque nuovi Gran Priorati: Gran Priorato di Normandia, Gran Priorato di Bretagna, Gran Priorato di Bourgogne, Gran Priorato di Fiandra, Gran Priorato di Languedoc.

Dopo la Rivoluzione francese il governo abolì tutti gli Ordini cavallereschi. Con la restaurazione della monarchia, l’Ordine di San Lazzaro riprese vita totalmente, per poi estinguersi definitivamente nel 1830.